LA FAVOLA DELLE 21 TARA A PUNTATE

CAPITOLO 1 - 2 - 3

Publichiamo i primi tre capitoli della favola dedicata alla Madre Divina Tara e alle Sue ventuno personalità e poteri. Alleghiamo anche l'immagine da colorare della Conchiglia risonante, l'oggetto rituale della Tara N.1 Niur Pamo la Rapida Eroina.
LA FIABA DI TARA E DEI SUOI 21 POTERI
PARTE I LA PARTENZA C’era una volta e sempre c’era una volta un fratello e una sorella che vivevano in una casetta al limitare del bosco. Uno il maschietto si chiamava Mani che significa saggio l’altra, la femminuccia si chiamava Peme che significa loto. I loro genitori erano molto poveri e spesso non sapevano cosa mettere in tavola per sfamare tutta la famiglia. Una sera mentre erano tutti seduti davanti al caminetto la mamma si lamentò che vi era solo una piccola acciuga per cena, una patata e mezza zucchina. Da brave persone divisero tutto in parti uguali e mangiarono con grande attenzione, lentamente, molto lentamente, gustando ogni singola particella di quel prezioso cibo. Nonostante questo in un battibaleno il pasto era già che finito tanto che si sentirono le pance borbottare “ e la chiamano cena questa miseria” “ io ho tanto spazio ancora che potrebbe entrarci un bastimento carico carico di provviste” “ mi mangerei il tavolo se non fosse così duro da masticare” e giù a lamentarsi. I due ragazzi osservando i genitori videro che erano particolarmente stanchi e tristi. In cuor loro sapevano che stavano facendo del loro meglio ma che il tempo era magro e che erano tristi non tanto per se stessi quanto per i loro amati figli Mani e Peme che nonostante i loro sforzi non riuscivano più a sfamare. Mani allora disse “cari genitori vi ringrazio dei sacrifici che fate eppure è difficile trovare qui da mangiare ed è così poco che pure un criceto sentirebbe la fame. Domani partirò per fare fortuna sono abbastanza grande per partire all’avventura. Ma presto tornerò e vi porterò tutto ciò che serve per vivere tutti insieme degnamente. Peme prese la parola “cari genitori anche io partirò, andrò con Mani, e lo aiuterò nell’impresa. Quando ci vedrete tornare stendete pure la tovaglia perché non torneremo a mani vuote. È una promessa”. “È una promessa” ripeté Mani. I genitori si commossero e piansero ma non cercarono di dissuaderli dal loro intento. Sapevano che l’inverno stava arrivando e non vi erano provviste sufficienti per superarlo. Pur sapendo che il bosco era pericoloso e buia la notte lungo il cammino quella era l’ultima speranza. Entrambi diedero il loro assenso poi Accompagnarono a dormire i loro beneamati figlioli. Gli sistemarono dolcemente le lenzuola e diedero loro il bacio della buona notte. Un bacio che poteva essere l’ultimo. Il mattino dopo di buon'ora Mani e Peme si svegliarono tutti eccitati al pensiero del viaggio che li attendeva e desiderosi di trovare presto cibo a sufficienza per superare l’inverno. Sull’uscio salutarono sorridenti i genitori. Poi il papà mise una mano dentro la tasca estraendo un fazzoletto. Lo aprì mostrandogli il contenuto. Era un piccolo soldo dorato che alla luce dell’alba splendeva come un grande tesoro. Disse “ questo è tutto ciò che abbiamo ma preferiamo darlo a voi affinché ne facciate buon uso. Mi raccomando” Fu così che i due fratelli si misero in cammino all’avventura con tante speranze e solo un soldino in tasca. PARTE II L’INCONTRO CON SRI Presto giunsero al limitar del bosco. La terra che conoscevano finiva lì, oltre li attendeva l’ignoto. Dinanzi a quegli enormi alberi che arrivavano fino al cielo, un brivido di paura gli attraversò la schiena. Facendosi coraggio l’un l’altra vi entrarono lentamente tenendosi per mano. Camminando camminando Pema disse “ si dice che questo bosco sia fatato, che sia popolato da strane creature” Camminando camminando Mani continuò “ ho sentito dire che nessuno ne ha mai visto la fine e che nessuno è mai riuscito a tornare indietro per raccontarlo” Pema” se non avessi fatto la promessa me ne tornerei subito a casa” Mani” se avessi trovato sia pur una lumaca da fare in padella me ne tornerei già a casa” Mentre così parlavano d’un tratto sentirono uno strano lamento “ otuia otuia, em orevop, em orevop, otuia otuia” proveniva da dietro un cespuglio “otuia otuia, ihc àrevlasim, otuia otuia” I due fratelli curiosi si diressero verso quella voce e giunti vicino al cespuglio rimasero stupiti Steso per terra appoggiato a un albero Vi era un anziano uomo malconcio, vestito di stracci e i resti di un'armatura a brandelli. Teneva all’altezza del cuore le mani e con gli occhi chiusi sembrava pregare. “ signore signore” disse Pema facendosi appresso “ signore avete bisogno di aiuto?” Il Vecchio ebbe un soprassalto e spalancò gli occhi dicendo “ sia lode alla gemma luminosa che esaudisce tutti i desideri e grazie fanciulli per essere venuti in mio soccorso “Si ho bisogno di aiuto non so più da quanto tempo sono steso qui ed ora sono allo stremo e forse non vedrò il domani.Mani lo interrogò “ ci dica cosa possiamo fare e se potremo lo faremo ben volentieri, dico bene Pema “ “dici bene Mani” disse PemaIl vecchio rispose “ alatop led aromid allad af opmet otnat otnat otitrap ereilavac un onos “ “Mi scusi” disse Pema “ma non riusciamo a capire le sue parole può spiegarsi meglio”“scusate” disse il vecchio, “da dove provengo si parla al contrario stavo dicendo sono un cavaliere partito tanto tanto tempo fa dalla dimora del Potala il mio nome è Siri.Sonovenuto qui alla ricerca di un fiore magico ma nonostante tutti i miei sforzi non sono ancora riuscito a trovarlo. Prima di morire desidero solo questo trovare questo fiore nascosto nelle profondità di questo bosco (selva). Vi prego aiutatemi” “ aspettate un attimo” I due fratelli si allontanarono un pochino poi dissero: Mani “ questo vecchio strambo ci porterà lontano dalla nostra meta e poi non ho mai sentito parlare del palazzo del potala, forse mente o è pazzo” Pema: “ non so, i suoi occhi mi ispirano fiducia mi ricordano qualcuno che non ho mai incontrato forse è il caso di aiutarlo poverino. Mani “ e sia non è un caso che siamo passati proprio per di qua e aiutare un poveruomo non può che farci accumulare meriti” Poi tornarono da Sri e gli dissero “ va bene viandante cercheremo il fiore magico per lei e quando lo avremo trovato torneremo indietro e ve lo doneremo per la pace della sua anima” “Iloilgif eizarg “ “Ops, scusate Grazie Figlioli Cari, Che Il signore della Luce infinita vi benedica e vi conceda di trovare il fiore delle meraviglie. Sappiate che è un bellissimo loto che cresce in una palude, quando lo troverete non potrete sbagliarvi Pema lo riconoscerà subito è unico nel suo genere. E Mani potrà prenderlo. Affrettatevi non mi è rimasto molto tempo e buona fortuna.Fu così che i due fratelli si misero in cammino nel bosco alla ricerca del magico fiore di loto PARTE III LA CONCHIGLIA Camminando camminando nel bosco i due fratelli iniziarono a sentire i morsi della fame. Non avevano portato con sé nulla da mangiare né trovato alcunché lungo il sentiero. Camminando camminando si lamentavano dicendo “non abbiamo nulla da mangiare e le forze ci stanno abbandonando “ se continuiamo così presto saremo così deboli che non riusciremo più a fare un passo. Aime Cosa sarà dei nostri genitori aimè cosa sarà di quel povero vecchio” A un certo punto raggiunsero le sponde di una palude. Era piena di fiori colorati e i loro cuori si riempirono di speranze tanto da dimenticare la fame e la stanchezza. Pema si mise subito alla ricerca del Loto magico ma per quanto cercasse non riusciva a trovare niente di speciale. I fiori erano belli e sgargianti ma nessuno di loro sapeva di magia. Mani intanto cercava qualcosa di commestibile da mettere sotto i denti senza successo. In quel posto vi erano solo alghe putride e fiori velenosi. Finalmente trovò un bella conchiglia e sperando fosse piena di un granchio succulento la colse di un balzo tutto baldanzoso. Ma aimè a guardarla meglio si accorse che era vuota. Era un semplice brillante guscio vuoto. E Si lasciòcadere a terra sfinito. Presto lo raggiunse Pema anche lei triste per non aver trovato nulla che potesse assomigliareal magico fiore di Loto sedendosi al suo fianco sfinita. “ siamo giunti alla fine del viaggio cara sorella disse” Mani “abbiamo fatto del nostro meglio ma la sorte ci è avversa e non c’è più nulla che possiamo fare” Pema vedendo la bella conchiglia ancora nelle mani del fratello la prese dolcemente tra le sue osservandola con i suoi occhi profondi e belli di cerbiatta. Le piaceva le dava una bella sensazione, sembrava quasi che vibrasse tra le sue mani. Osservandola meglio notò che aveva un foro alla sua estremità. Provò a guardarci dentro ma non ci vide niente di speciale. La portò all’orecchio sentendo solo il consueto dolce suono del vento.Poi lo avvicinòalla bocca e provò a soffiarci delicatamente dentro per rimuovere i granelli di sabbia che lo incrostano e stupore dalla conchiglia emerse un breve e armonioso suono che spezzò il silenzio del luogo. Entrambi rimasero interdetti poi Mani prese la conchiglia e con più vigore provò a soffiarci dentro. HUUUUMMM un suono intenso e melodioso uscì dalla conchiglia facendo volare tutti gli uccelli spaventati. Allora Muni si alzò in piedi e con le sue ultime forze vi soffiò, con tutto il fiato, più forte che poteva e un suono potentissimo proruppe dalla conchiglia. HHHUUUUMMM. A quel punto subito in alto dinanzi a loro dal nulla in una sfera di luce iridescente apparve una luce multicolore e quindi una figura rossa e luminosa, dalle sembianze femminili. Era bellissima e da ogni poro del suo corpo emanava una luce che scaldava il cuore di un amore incommensurabile. I fratelli si trovarono in ginocchio senza neanche accorgersene pieni di una devozione che mai prima avevano provato. Lei “ Disse amati figlioli il mio nome è NIUR PAMO La Pronta e Coraggiosa . Sono stata inviata dalla Grande Dea Madre Tara per soccorrervi in questo momento del bisogno. Mia è la conchiglia che avete tra le mani. Ma sappiate che non tutti sono in grado a suonarla. solo coloro il cui cuore è aperto alla compassione possono far risuonare questa conchiglia e voi avete dimostrato di possedere questa meravigliosa virtù. So tutto di voi e per questo che sono venuta in vostro aiuto. Per il bene che avete dimostrato vi lascerò questo conchiglia affinché ogni volta che avrete fame non dovrete far altro che suonarla ed io verrò a velocemente a ristorarvi. Possa in voi la compassione che non è ancora sorta sorgere e quella già sorta incrementarsi senza macchia. E così dicendo si dissolse in una luce rossa lasciando ai loro piedi un pranzo luculliano che mai prima avevano modo neanche di immaginare.

" Il proposito principale dell' educazione dovrebbe essere aiutare l'anima in crescita a far emergere ciò che in lei è il meglio e renderlo perfetto per un nobile uso "       

                                                             Sri Aurobindo